martedì, gennaio 30, 2007

Faraona al mandarino




Metti un Sabato sera a cena nel "Monolocale"...
Mettici pure che nel pomeriggio hai fatto una scappata da Mauro (il macellaio)...
e considera - ma sì- che la mattina hai comprato degli ottimi mandarini di Sicilia che non aspettavano altro che essere gustati...

Alchimia dell'improvvisazione, ecco il risultato...

Spremete un po di mandarini...sul fuoco mettete un bel tegame con un filo d'olio, uno spicchio d'aglio (anche in camicia) e una foglia d'alloro. Quando comincia a "friccicare" aggiungete la faraona e fatela rosolare a fuoco vivace...unite a questo punto il succo di mandarino (abbondante) che sfiammando inonderà la vostra cucina di un un inebriante profumo di agrumi...lasciate cuocere per un 10-15'...aggiustate di sale e pepe e servite ben caldo con un'ottimo pane croccante! Vi consiglio di non unire zucchero perchè il succo di mandarino cuocendo tende ugualmente a carammellare e diventare molto denso e delicato!

domenica, gennaio 28, 2007

Supplì al telefono


Dovete provarli....sono una squisitezza...un po laboriosi ma ne vale sicuramente la pena...quelli della rosticceria non li guraderete più!

la foto non è venuta molto bene...ma vi assicuro che erano perfetti! Lo ha detto anche la mia super cuginetta!

Perchè si chiamano al telefono?? Abbondate con la mozzarella all'interno e quando li mangerete sicuramente vi verrà in mente...poi se proprio non riuscite a svelare l'arcano mandatemi una mail e vi risponderò al più presto!

La ricetta l'ho presa dal Gambero Rosso...non mi delude mai :)



IngredientiPer circa 20 supplì:

400 g di riso comune o semifino; 3 ventrigli e 3 fegatini di pollo; 20 g di funghi secchi; 300 g di passata di pomodoro; circa 1,2 l di brodo; 1 cipolla; 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva; 1/2 bicchiere di vino bianco secco; 1 grossa noce di burro; 60 g di grana o parmigiano grattugiato; 1 fiordilatte di circa 200 g; 2 uova; 200 g di pangrattato; sale e pepe. Olio di oliva o di arachide per friggere.


Preparazione:

Mettete ad ammollare i funghi secchi in una tazza piena di acqua tiepida. Tritate la cipolla e mettetela a soffriggere in una casseruola con l’olio. Unitevi i ventrigli tagliati a dadini e proseguite la rosolatura fino a che la cipolla sarà imbiondita. Bagnate con il vino e, non appena è sfumato, unite la passata di pomodoro, i funghi secchi, strizzati e tagliuzzati, sale e pepe. Abbassate la fiamma, incoperchiate e lasciate cuocere per una mezz’ora controllando che il sugo non asciughi troppo. A questo punto versate nella casseruola i fegatini tagliati a dadini e lasciate cuocere ancora dieci minuti prima di unire anche il riso. Lasciatelo insaporire nel sugo fino a quando sarà quasi asciutto quindi cominciate ad aggiungere il brodo bollente, un mestolo alla volta, e portate a cottura il risotto, a fuoco vivace, lasciandolo un po’ al dente. Regolate il sale quindi, fuori dal fuoco, amalgamatevi il burro e il formaggio e mescolate bene. Versatelo sul tavolo di marmo (o su due piatti da portata), allargatelo e lasciatelo raffreddare. Tagliate a dadini il fiordilatte. Quando il riso è completamente freddo, prendetene in mano una cucchiaiata colma, infilatevi al centro qualche dadino di mozzarella e richiudete premendo bene. Formate i supplì dando loro la tipica forma a uovo quindi passateli nelle uova sbattute e rivestiteli con il pangrattato. Lasciateli riposare per un paio d’ore prima di friggerli in abbondantissimo olio caldo (175° per la friggitrice), quindi scolateli e appoggiateli su un doppio foglio di carta da cucina. Serviteli ben caldi. Il fuoco vivace e il continuo mescolare faranno rilasciare al riso molto amido ed è sufficiente questo a tenere insieme i supplì senza l’aggiunta di uova, sempre che l’impanatura sia uniforme e sufficientemente consistente. Questa con le regaglie di pollo è la ricetta tradizionale romana dei supplì ma chi non le gradisce può fare il sugo di base con carne macinata o con salsiccia.


Io i funghi a dir la verità non ce li ho messi perchè quelli secchi non mi piacciono!




mercoledì, gennaio 24, 2007

Il detective ottomano in cucina....


"Era stata una mattinata difficile. Yashim andò all’hammam, dove lo insaponarono e lo massaggiarono, e rimase a lungo nella stanza calda prima di tornare a casa con indosso gli abiti freschi di bucato. Finalmente, dopo aver valutato a lungo la questione sotto ogni aspetto nel tentativo di individuare una pista, si rivolse a quella che gli appariva da sempre l’alternativa migliore.
Come fai a trovare tre uomini in una città medievale decadente e nebbiosa di due milioni di abitanti?
Non ci provi neanche.
Ti metti a cucinare.
Si alzò e raggiunse lentamente l’altro lato della stanza, che era immerso nell’oscurità. Sfregò un fiammifero ed accese la lampada, smoccolando la candela finchè la fiamma non diffuse un chiarore intenso e costante. Apparvero, disposti in bell’ordine, un fornello, un piano d’appoggio e una fila di coltelli dall’aria assai tagliente, che pendevano a mezz’aria da un giunto di legno.
Dal cesto nell’angolo Yashim scelse alcune cipolle piccole e sode. Le sbucciò e le affettò sul tagliere, in un verso e poi nell’altro. Mise sul fuoco una pentola con una spruzzata d’olio d’oliva per il soffritto. Quando le cipolle rosolarono, buttò due pugni di riso che prelevò da una giara di terracotta.
Aveva scoperto la cucina molto tempo prima. Più o meno nel periodo in cui, essendogli venuti a noia i suoi tentativi di raggiungere un più rozzo appagamento dei sensi, si era rassegnato ai piaceri più sofisticati. Non perché, fino ad allora, avesse ritenuto la cucina un mestiere da donne: i cuochi nell’impero potevano essere d’ambo i sessi. Forse però la considerava un lavoro da poveri.
Una volta tostato il riso, versò una manciata di uvetta ed un’altra di pinoli, una zolletta di zucchero e un’abbondante presa di sale. Tirò giù un barattolo dalla mensola e prese una cucchiaiata di concentrato do pomodoro che stemperò in un bicchiere pieno d’acqua. Svuotò il bicchiere nel riso, che sprigionò un sibilo ed un pennacchio di vapore. Aggiunse un pizzico di menta essiccata, ci macinò sopra un po’ di pepe e rimescolò il tutto, poi coprì la pentola con un coperchio e la spostò dal centro del fuoco.
Aveva comprato le cozze pulite, quelle grosse dieci centimetri di Terapia, sul Bosforo. Le aprì una alla volta facendo leva con un coltello piatto e le buttò in una bacinella d’acqua. Il riso era a metà cottura. Tritò l’aneto, molto finemente, lo unì al composto e versò il tutto su un piatto da portata lasciandolo a raffreddare. Scolò le cozze e le farcì servendosi del cucchiaio, chiudendo i gusci prima di posarle capovolte a strati in una padella. Le tenne schiacciate con un piatto, aggiunse un goccio d’acqua calda dal bricco, ci mise sopra un coperchio e spostò la padella sulla brace.
Prese un pollo, lo tagliò a pezzi, schiacciò delle noci sulla parte piatta della falcetta spaccaossa e preparò un acem yahnisi, con succo di melograno.
Quando fu tutto pronto prese un brocca dal collo di cigno e con estrema cura si lavò le mani, la bocca, il viso, il collo e, da ultimo, le parti intime.
Tirò fuori la stuoia e pregò. Una volta terminato riarrotolò la stuoia e la ripose in un angoletto.
Tra poco, sapeva, avrebbe avuto ospiti."
Dal libro che ora è sul mio comodino:
"l'albero dei Giannizzeri" di Jason Goodwin

lunedì, gennaio 22, 2007

Risotto ai carciofi con fonduta liquida di taleggio


Ho fatto un semplice risotto ai carciofi: ho soffritto la cipolla nell'olio, una volta trasparente ho aggiunto il riso e fatto tostare (volendo si può tostare a parte in una padella antiaderente senza aggiungere altri grassi) unito i carciofi e sfumato con poco vino bianco al quale avevo tolto l'alcol facendolo bollire per qualche minuto. Ho portato il riso a cottura unendo poco a poco brodo vegetale bollente. Volendo aggiungere un tocco in più al mio risotto ho preparato una sorta di fondutina liquida ( in modo che non diventasse gommosa se appena tiepida) facendo squagliare del taleggio con un po di latte a bagno maria...poi l'ho impiattata vicino in modo tale che ognuno potesse versarla da solo a piacimento! ...Devo dire che non era per niente male anche se preparato veramente di fretta!

mercoledì, gennaio 17, 2007

"Se in cucina c'è Simone"


“Se in cucina c’è Simone” è il primo libro del giovane chef toscano Simone Rugiati.

Ormai è parecchio tempo che lo seguo nelle sue molteplici apparizioni e rubriche televisive, dal Gambero Rosso Channel – dove conduce uno spazio di dieci minuti, “Oggi cucino in…” in cui propone ricette semplici ma mai banali e “SoSimone” una trasmissione in cui prepara menù completi dall’antipasto al dolce – alla Prova del Cuoco.

Al di là delle paillettes fashion e dello sguardo furbo per il quale urlanti tredicenni vanno in visibilio, attratte più dalla sua fisicità che non dalle skills, diciamolo, Simone è davvero un bravo cuoco.

Nel suo libro ho trovato molte idee originali e spunti creativi per ricette facili da eseguire, ben spiegate e che garantiscono un effetto scenico spettacoloso!

Simone Rugiati è il Jamie Oliver de’ noantri!

Se volete sapere qualcosa di più visitate www.simonerugiati.it

martedì, gennaio 16, 2007

Pasta frolla montata

















Era da tempo ormai che ci pensavo...la dovevo provare....è stata dura...ma si è rivelata un successo! Non avendo l'impastatrice ho dovuto faticare parecchio ma ne è valsa la pena.... i biscotti sono venuti davvero bene!

Ingredienti:

250g di burro (pomata)
250g di zucchero
1 pizzico si sale
2 uova intere (io ne ho usate 3 perchè erano molto piccole)
500g di farina

Preparazione:

Montare con la frusta elettrica il burro con lo zucchero ed il pizzico di sale fino ad ottenere una spuma gonfia. A questo punto la frusta va sostituita con il gancio a pala...se non possedete l'impastatrice rimboccatevi le maniche, come ho fatto io, e cominciate ad incorporare le 2 uova con un bel cucchiaio di legno (l'albume rende la pasta più secca). Quando le uova saranno ben amalgamate cominciate ad aggiungere i 500g di farina e proseguite finchè il composto non sarà omogeneo. Mettete il tutto in una sacca da pasticciere e sbizzarritevi in forme e guarnizioni!
Prima di cuocere i biscotti passateli in frigo per una decina di minuti e poi infornate a 180' per circa 12'.

Io ho guarnito i miei biscotti con:

* un'ottima marmellata di mirtilli,
* crema alla gianduia con sopra granella di nocciole,
* granella di pistacchi
*marmellata di fichi e un pezzettino di fico candito.

sabato, gennaio 13, 2007

A sbafo? L'ultima spiaggia del de-lurking day


B. ogni mattina, con un gesto automatico, appena fuori dal letto correva davanti al laptop. Lungimirante, lo teneva perennemente in standby, perciò era un gioco da ragazzi attivare la connessione wireless aprendo lo sportelletto, anche con gli occhi ancora chiusi per il sonno. Cliccava sull'icona del browser ed era nella rete, come un pesce sbadato ignaro della paranza, trasognante nella sua tracotanza.

Come homepage aveva un foodblog, che sarebbe potuto essere, che so, monolocaleincentro.blogspot.com, o un altro, chi sa...

Con ansia da tredicenne scandagliava i nuovi post, e poi scorreva la lista dei link spostandosi, alla velocità della luce, dallo stivale al nordeuropa e ritorno, una scappata in castiglia la mancha, uno sguardo al mondo. Vivendo sulla propria pelle la magia del web.

Ma lo faceva da perfetto straniero, da latitante cronico, cibandosi di discussioni a sbafo. Leggeva, immaginava, a volte ritagliava intere pagine per incollarle sul word processor, e poi salvava i files con nomi anonimi, codici numerici, quasi per paura di essere scoperto, rinnovando la timida sussiegosa latitanza. Guardandosi bene, ogni volta, sistematicamente, dal lasciare traccia del suo passaggio. Ergo, in blogghese, di postare un comment.

Le pagine del calendario scorrevano veloci, accavallandosi l'una all'altra. Giunse infine il tredici gennaio.
Era l'ultimo dei de-lurking days, e fu proprio in quel giorno che scoprì che i suoi sensi di colpa erano giunti ad ebollizione, a cottura ultimata. Procrastinare la reticenza avrebbe significato rovinare il convitto. Quanto ancora avrebbe sopportato di rinnovare la deprecabile pratica del fuggire a fine pasto senza saldare il conto, senza nemmeno dire grazie, con il solito abominevole escamotage della sigaretta da fumare necessariamente? Continuando così, pensò, il giorno del giudizio gli avrebbero legato ad una gamba Girolamo Sirchia, accusandolo di favoreggiamento ed incitamento allo sbafo.

Versò gocce perlacee di sudore, quel giorno, B, indeciso sul da farsi o meno.

Poi postò un commento, ed un altro ancora, tutti quelli che aveva lasciato in sospeso nei mesi passati.
Si sentì sollevato, nell'aria c'era profumo di primule e sanatorie.

Per chi, come lui, partecipò al de-lurking day mostrandosi, esponendosi, quel giorno fu facile ricacciare i sensi di colpa - come si fa con le talpe al luna park - dentro buchi sudici.

Il dio dei blogger, one more time, aveva rinnovato il miracolo della benedizione urbi et orbi.

Come diceva delle Rosselle la più famosa, domani è un altro giorno.

Un altro, meraviglioso giorno per tornare ad ignorare la matitina qua sotto.

giovedì, gennaio 11, 2007

Ricotta al cedro



Elemento principale di questa ricetta i bellissimi cedri dell'albero della mia cuginetta Marta

Ho fatto 3 varianti...ma la crema è sempre la stessa!

È veramente elementare...ho setacciato la ricotta, l'ho amalgamata con un po di zucchero (diciamo 1 cucchiaio abbondante ogni hg) e la scorza del cedro.

Poi ho fatto dei ravioli: ho unito 2 fogli di pasta fillo con un po di uovo sbattuto, ho messo il ripieno di ricotta, chiusi per bene sempre con l'uovo sbattutto e li ho fritti in olio ben caldo per pochi secondi. Serviti subito con una spolverata di zucchero a velo.



Dato che erano avanzati dei ritagli ho fritto anche quelli e ho composto il piatto con la crema, il triangolino di pasta fillo e un ciuffetto di menta glaciale.



Mi sono cimentata anche nelle chips di cedro e limone...ho semplicemente affettato il cedro e l'ho messo a seccare per una notte in forno a 60,70°. Potete anche metterle sul termosifone...in questo caso la casa sarà invasa da profumo di agrumi!



Alla crema di ricotta dei ravioli si può aggiungere dell’uovo per renderla più solida...io ho preferito non aggiungere nulla…mi piace molto di più l’interno morbido che esplode in bocca dato che la cottura è talmente breve che non rende il ripieno incandescente ma semplicemente tiepido.

Gli stessi ravioli possono essere accompagnati, come tempo fa ho visto suggerire sul Gambero Rosso Channel da Simone Rugiati con una riduzione di ciliegie, Aleatico dell’Elba ed anice stellato…in primaverà la proverò!

Una terza variante è al forno. Ho rivestito uno stampo a semisfera con la pasta frolla stesa molto fina, ho riempito con la crema ricotta e cedro e poi ho chiuso con una fettina di cedro sopra alla quale ho spolverato un po di zucchero in modo che si caramellasse durante la cottura…questo è il risultato:

mercoledì, gennaio 10, 2007

Azulejo



Dalla Spagna mi è arrivato questo splendido azulejo di cioccolato.

E' stato realizzato dalla Xocoa con la collaborazione del disign Jordi Labanda.

Andando sul sito http://www.xocoa-bcn.com/ ho scoperto che questa azienda produce cose favolose...barrette in 1000 gusti diversi....cd di cioccolato...addirittura una birra al cioccolato!

Grazie per il bel pensiero che - anche se è un peccato - verrà addentato assai presto!

martedì, gennaio 09, 2007

Mascarpone fatto in casa



Come promesso vi do la ricetta del mascarpone fatto in casa che ha dato tempo fa il pasticcere Salvatore De Riso alla "Prova del Cuoco".

Prima di metterla sul blog avrei voluto provarla ma purtroppo non sono riuscita a farla perchè non ho trovato un ingrediente necessario: l'acido citrico granulare.

Se qualcuno di voi sa indicarmi dove si compra mi farebbe un gra favore!

Spero comunque che riesca bene...se provate fatemi sapere :)


Ingredienti:

500g di panna

2g di Acido citrico granulare sciolto in 2g di acqua


Preparazione:

Portare ad ebollizione la panna, versarci l'acido citrico sciolto e mettere in frigo. Il giorno seguente è pronto!


Sembra semplicissimo...basta avere tutti gli ingredienti!!


La foto invece è un Tiramisù fatto con i frutti di bosco. Provate a sostituire il caffè con un leggero sciroppo di frutti di bosco e i savoiardi con i pavesini...è eccellente soprattutto d'estate!

lunedì, gennaio 08, 2007

Crema di Cannellini al profumo di alloro con guanciale croccante



Rosolate in un tegame i cannellini, precedentemente cotti, con olio, un po di cipolla tritata ed una foglia di alloro. Aggiungete un po di brodo vegetale, aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere per qualche minuto. Dopodichè togliete la foglia di alloro e frullate. A parte in un padellino antiaderente, senza aggiungere alcun grasso, fare dorare il guanciale; bastano pochi minuti, asciugatelo e servitelo con la crema!

...



Cosa ne pensate del mio nuovo grembiule personalizzato!!!!! :)

Ora subito in cucina per preparci qualcosa di buono...senza sporcarlo troppo!

giovedì, gennaio 04, 2007

Back to the monolocale...


Smaltiti i "bagordi" capodanneschi, inauguriamo l'anno solare 2007 con un resoconto - semmai a qualcuno interessasse - della nostra vacanza natalizia...
Che - è bene precisarlo fin dall'inizio - è stata SOPRATTUTTO un peregrinare gastronomico a cavallo delle Dolomiti, con una "puntatina" (qualora quattrocento chilometri possano mai essere definiti tale) a Salisburgo.

Raccontare i primi settecento chilometri in auto sarebbe oltremodo noioso, anche perché il Cd in dotazione per l'intero viaggio era SOLO uno, per di più con due tracce uguali erroneamente (forse?) inserite nella tracklist che avrebbe dovuto fungere da soundtrack del viaggio...

Merano è stata la prima tappa. Il fascino dei mercatini natalizi perdura anche dopo Natale, e non è difficile perdersi tra i profumi di pout-pourris e selezioni di formaggi, tra gli aromi inebrianti del Karambamboli (un vin brulé a base di vino rosso, zucchero e rum preparato in un paiolo di rame) e la ficcanza penetrante dei krauti.

Se poi l'inerpicarsi verso Avelengo con le luci della valle a splendere in lontananza manco fossimo su un volo a tremila piedi da terra viene ripagato con un immancabile bicchiere di Gewurztraminer della cantina di Merano accompagnante uno strudel di Mele della Val Venosta, cancellare lo stress della sgaloppata di cui sopra risulta troppo - fin troppo - facile.

Non da meno è stato poi il risveglio all'indomani, con cornice montagnosa e vista sulla valle di Merano da spezzare il fiato, e yogurt freschi a urlarti - stile Messner - "Buongiorno!!!!".

Tappa intermedia (secondo la logica dell'andare a ritroso) è stata Bolzano. Se vi capitasse di passare per questo gioiellino di città, vi consigliamo una scappata a Obstplatz (dove tra l'altro si tiene il mercato locale e dove potrete gustare, acquistandoli ai banchi del pane, deliziosi apfelbrot - letteralmente "pane di mele", arricchiti da uvetta e nocciole) alla birreria Hopfen & Co., dove potrete gustare un'ottima birra prodotta artigianalmente (la Bozner Bier, per l'appunto) e squisiti piatti della tradizione altoatesina (da provare i canederli alla birra e il gröstel alla contadina).
Poi, coi canederli sullo stomaco, ancora in auto per oltrepassare il Passo del Brennero, trovarsi in Austria, lasciarla per ritrovarsi in autostrada lanciati verso Monaco di Baviera, tornare di nuovo in Austria e arrivare, finalmente, a Salzburg dove, con una temperatura al suolo registrata in -5 gradi centigradi, abbiamo consumato la cena al caldo del pub più antico della città.



Nei due giorni che abbiamo passato nella mozartiana città tagliata in due dal fiume Salzach ci siamo persi per i meandri addobbati e i negozietti di delikatessen, fermati per un aperitivo ad un locale (“Carpe Diem”) che preparava esclusivamente finger food attirando gli avventori con delizie tipo questa



Per chi visita questa città, oltre alla scarpinata per arrampicarsi su Kapuzinenberg consigliabile solo se il terreno non è ghiacciato e non avete le suole lisce, immancabile è una sosta al “Cafè Bazar”, alcova di artisti e letterati, dove servono eccezionali dolci fra cui uno strudel paradisiaco che abbiamo dovutamente immortalato.


Visto che abbiamo parlato di must, non poteva mancare la ricerca della neve che per noi romani poco abituati ha le fattezze di una chimera mitologica che se vedi una volta nella vita sei già fortunato :-) !
E per ristorarsi dalla faticosa giornata bianca, a cena non potevamo esimerci dal Puzzone di Moena e da altri grandiosi formaggi della Val di Fassa accompagnati da stuzzicanti mostarde rigorosamente home-made.


Poi, il ritorno, i botti, i tappi dello spumante in aria, la spossatezza dell’appendice delle feste. Ma attorno, rincuoranti, le familiari mura del monolocale!