In questi giorni di ritrovata serenità e meritato relax – riposo del guerriero dopo una sessione disarmantemente lunga – sono tornato a sfogliare quello che di gran lunga è il romanzo preferito dell’autore preferito (come si era largamente intuito).
[…] Ti Noel ebbe l’occasione di recarsi al Cap […] in quegli anni la città era supefacentemente progredita. […] un teatro per drammi e opere era stato inaugurato in rue Vandreuil. Questa prospettiva favoriva particolarmente Rue des Espagnols, dove i più abbienti forestieri potevano alloggiare all’Auberge de la Couronne, che Henri Cristophe, il capocuoco, aveva appena comprato da Mademoiselle Monjeon, sua antica padrona. I piatti del negro venivano lodati per il giusto punto dei condimenti - quando doveva vedersela con un cliente arrivato da Parigi –, o per l’abbondanza di carni nella sua olla podrida quando voleva soddisfare l’appetito di uno di quei facoltosi spagnoli che venivano dall’altra parte dell’isola […].
Quell’Henri Cristophe non era altri che il futuro Henri I di Haiti. Nato nell’Isola di Grenada, importato come schiavo a Santo Domingo, lavorò per anni come cuoco, ottenendo la libertà dalla schiavitù per mano della padrona Mme Monjeon. Poi fu generale dell’esercito, infine Presidente di Haiti e, dal 1811, Re di Haiti. Monarca autocratico, portò il suo paese allo sfacelo di pari passo alla costruzione della Cittadelle La Ferriere e, dopo nove anni di monarchia, si suicidò sparandosi un proiettile d’argento nelle tempie.
Ma l’aspetto più affascinante del personaggio non è quello del re-paranoico-sanguinario-et-suicida, quanto quello del genio-dei-fornelli-et-sovrano-della-olla-podrida…
(continua…)
[…] Ti Noel ebbe l’occasione di recarsi al Cap […] in quegli anni la città era supefacentemente progredita. […] un teatro per drammi e opere era stato inaugurato in rue Vandreuil. Questa prospettiva favoriva particolarmente Rue des Espagnols, dove i più abbienti forestieri potevano alloggiare all’Auberge de la Couronne, che Henri Cristophe, il capocuoco, aveva appena comprato da Mademoiselle Monjeon, sua antica padrona. I piatti del negro venivano lodati per il giusto punto dei condimenti - quando doveva vedersela con un cliente arrivato da Parigi –, o per l’abbondanza di carni nella sua olla podrida quando voleva soddisfare l’appetito di uno di quei facoltosi spagnoli che venivano dall’altra parte dell’isola […].
Quell’Henri Cristophe non era altri che il futuro Henri I di Haiti. Nato nell’Isola di Grenada, importato come schiavo a Santo Domingo, lavorò per anni come cuoco, ottenendo la libertà dalla schiavitù per mano della padrona Mme Monjeon. Poi fu generale dell’esercito, infine Presidente di Haiti e, dal 1811, Re di Haiti. Monarca autocratico, portò il suo paese allo sfacelo di pari passo alla costruzione della Cittadelle La Ferriere e, dopo nove anni di monarchia, si suicidò sparandosi un proiettile d’argento nelle tempie.
Ma l’aspetto più affascinante del personaggio non è quello del re-paranoico-sanguinario-et-suicida, quanto quello del genio-dei-fornelli-et-sovrano-della-olla-podrida…
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2 commenti:
Adesso che anch'io ho un po di tempo, mi piacerebbe poter trovare questo libro qui a San Francisco...hmmm peccato
Grazie per le suggestioni che ci doni!
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