domenica, ottobre 05, 2008

La Torta di Nonna Maria

Ci sono piatti che, a prepararli e mangiarli di domenica, c'è più gusto.
Anche certe storie, se te le racconti il dì di festa, hanno un sapore particolare.
E' l'aroma dei ricordi, che sanno di tepore domestico, di campane che suonano per la messa.
Come la Torta di Nonna Maria...

(questo post partecipa al concorso indetto da Sigrid del Cavoletto di Bruxelles, "Vi regalo una storia d'amore")

Dal cancelletto un raggio di sole, un rivolo di vento freddo e Chiara, spumeggiante, vivace come solo certe bambine con i capelli a caschetto sanno essere. Non fa nemmeno in tempo a togliersi la giacca a vento verde che già si è catapultata in cucina, dove Nonna Maria sta preparando LA torta. Quella delle domeniche speciali, in cui c'è un festeggiamento importante da onorare.
"Nonna, nonna, me le fai preparare a me la crema e la cioccolata?".
Nonna Maria la guarda sorridendo. "Solo se sei diventata grande. Fammi un po' vedere le manine...".
Uffa con questa storia delle manine. "Sarai grande quando non avrai più i buchetti sulle nocche della mano", le dicono sempre. Chiara sbuffa e aspetta di crescere. Non c'è fretta. Nel frattempo può sempre inzuppare i biscotti nel vermouth - allungato con un po' di sciroppo d'acqua e zucchero, però, perché Chiara e Riccardo sono piccolini, dopotutto.

Il caschetto biondo si perde ammaliata nella preparazione della torta, mentre affonda con cura gli orosaiwa nel laghetto come fosse una pasticcera navigata. "Ma poi, quando sarò finalmente grande, mi impari a farla anche a me?". "Certo che ti insegno, bella di nonna".
Arrampicata con la sedia sul tavolo di fòrmica gialla, la piccola Chiara un po' inzuppa, un po' cerca di rubare con lo sguardo quella manipolazione che, ai suoi occhi, appare magia, danza, il gioco più bello da fare. E allora si disinteressa dell'incarico affidatole, e cerca di arraffare ora un pezzo di cioccolata, ora un biscotto. Nonna Maria le toglie ogni volta le manine paffute, manine che hanno ancora i buchetti, manine impiastricciate di molliche e di vermouth.
"Bella di nonna, fammi finire di fare la torta... anzi, perché non vai insieme a Riccardo a comprare la panna montata?".

Finalmente un compito da grande, pensa lei. Per questo cammina impettita lasciandosi dietro il cuginetto che ha qualche anno in più, ma solo fino a quando c'è da attraversare la strada grossa, l'unica che li separa dalla pasticceria. Con aria seriosa richiede la vaschetta di bianca morbidezza, e la cassiera si sporge fino ad incombere su di lei, per porgerle il pacchetto. Lo stringe forte nelle sue manine. Provate ora a dirglielo, che è piccola...

Spente le candeline, scartati i regali, i bambini sgattaiolano dalla tavola fiondandosi al frigorifero.
Aprirlo è come dissotterrare il tesoro dei pirati. Scovarli, i due pentolini, è fin troppo facile, nascosti come sono. Forse Nonna Maria voleva che li trovassero.

"Io la cioccolata!", dice Chiara. "No, tu la crema. La cioccolata è da grandi. Fammi un po' vedere le manine...". Cerca di ribellarsi, la bimbetta coraggiosa. Finisce che ad affondare cucchiaiate generose nel nero è sempre Riccardo. A lei tocca solo il giallino. Eh, ma prima o poi....

Più prima che poi, Chiara è diventata grande. E Nonna Maria le ha insegnato a preparare la torta. Le ha addirittura regalato i fogli sui quale conservava tutte le dosi, e le ricette, della torta così come di mille altre squisitezze da pranzo domenicale.
Li conserva gelosamente, Chiara, quei frammenti di vita color seppia.
E quando arriverà il momento opportuno sarà là, attorno ad un tavolo di fòrmica gialla, ad insegnare ad altri caschetti biondi, ed altre manine paffute, come inzuppare i biscotti, come diventare la migliore nonna del mondo.

7 commenti:

Mirtilla ha detto...

che strepitosa torta!!!!

Vanessa ha detto...

che bella storia....è proprio vero ci sono certe cose che hanno più valore se fatte al momento giusto...mi hai fatto fare un salto nel passato quando anche io ero arrampicata sulla sedia di cucina davanti al tavolo mentre aspettavo che mia madre mi desse da pulire la ciotola della panna! "la torta" della mamma o della nonna ha un sapore tutto suo difficile da ripetere perchè porta con se ricordi e sentimenti unici!

Martissima ha detto...

complimentissimi per il post, davvero un bel racconto pieno di vissuto....e strepitosa la torta, ciaooooo!!!

Anonimo ha detto...

Che torta da urlo. E che bella storia. Sai che amo i ricordi (ma pure i dolci così ricchi!), quindi posto per scriverti che un simile racconto mi fa venire voglia di chiederti: "Ma scriverci un libro?"
A presto.
Carla
www.lattecondensato.com/it/

Fabrizio Gabrielli ha detto...

ehm... @carla, bella l'idea di scrivere un libro.
Un altro, s'intende :)
nel frattempo c'è già pronto "L'inafferrabile Weltaeccetera eccetera", quello del bannerino sopra il blogroll.
Che modo becero, quello di Fabrizio..farsi pubblicità da solo...
:))

CoCò ha detto...

Chiara il tuo racconto merita di vincere mi hai fatto commuovere e spero di passare e trovare qui il Kitchen-aid

Chiara ha detto...

...Grazie a tutti per i complimenti!

Presto un'altra ricetta...stay tuned!