giovedì, maggio 22, 2008

Islam, cibo e giardini nell'aldiqua e nell'aldilà: al-Jannah


Tempo fa, in un infernale calembour per gourmands nel mezzo del cammin di loro vita, m’ero fatto prendere la mano nella descrizione delle pene infernali previste, in ogni religione che possa definirsi tale, per chi in vita s’era macchiato di empietà. Da un punto di vista cibocentrico, per chi uno sbocconcellamento – anche se irrispettoso per la propria matrice religiosa – non se l’era fatto sfuggire, fiamme & contrappassi erano il minimo che ci si potesse aspettare.

In questi ultimi tempi mi sono soffermato a lungo sull’Islam, sui nuovi-antichi modelli di condotta che propone per dare soluzione alle minacce della crisi ambientale globale, e sul punto di vista Coranico sul rapporto uomo-natura. Ed in questo libro assai interessante, Islam & Ecology: a Bestowed Trust, fa capolino una prospettiva affascinante: e se cominciassimo a trattare Madre Terra come al-Jannah, il Giardino del Paradiso?

L’Islam a tavola non è solo precetti e proibizioni, dal digiuno sacro del Ramadan (di cui ha parlato poeticamente tempo fa Michele Marziani su Peperosso) alla macellazione halāl (bella ed esaustiva la spiegazione di Kja del Pranzo di Babette) prescritti della shari’a.

Insomma, per il musulmano a tavola, oltre all’aldiqua c’è un aldilà. Suntuoso, per giunta.
Nella Jannah, per l’appunto.
Anzi, verrebbe da dire che c’è soprattutto un’aldilà, dove – citando Stewart Lee Allen, autore di “Nel giardino del diavolo” – “nella logica tipicamente distorta di tutte le religioni, quelli che disdegnavano i piaceri terreni venivano ricompensati con uno smörgasbord celestiale”.

Al-Qu’aran descrive il Giardino del Paradiso, al-Jannah, come un locus amoenus pieno di alberi e fontane, dove tigri prive di artigli circolano liberamente (uomini e animali, non sono parte di una stessa Umma?), dove scorrono fiumi di latte, nettare divino, trasparente e tiepido miele.

Descrizione del Giardino promesso ai timorati: vi saranno ruscelli dall’acqua incorruttibile, ruscelli di latte dal gusto inalterabile, ruscelli di vino, delizia per quelli che ne bevono, ruscelli di miele purificato. Vi troveranno frutta ed il perdono del Signore. (47:15).

E sarete retribuiti per ciò che avete operato, eccetto ii servi sinceri di Dio: quelli avranno una provvigione nota: frutta, e saranno colmati di onori nei giardini di delizie, sopra letti fronteggiatisi. Verrà fatta circolare fra di loro una coppa di acqua sorgiva, limpida, deliziosa per chi berrà, che non li ubriacherà e non li sposserà. (37:39)

Luogo di ricchezza, al-Jannah, tanto che molti visir e califfi cercarono di riprodurre quella fetta di Paradiso in terra, conducendo vite sfarzose tempestate da trovate eccentriche. L’egiziano Al-Aziz, per dirne una, nel I secolo si faceva inviare dal Libano ciliegie fresche legate alle zampe di piccioni viaggiatori.

Nel Paradiso islamico c’è spazio per il piacere del palato, sì, ma anche degli occhi.
Perché l’al-Jannah rappresenta in pieno il rapimento estatico di fronte al “bello” per eccellenza, al paesaggio incantato, allo scenario perfetto. Chi è stato all’Alhambra a Granada sa di cosa parlo.
Mi piace immaginare (anche se l’etimologia è una scienza esatta) che quella striscia di litorale sotto l’Argentario, la località Giannella, prenda proprio il nome dall’arabo. Uno scorcio di costa maremmana che è davvero un “Giardino paradisiaco”.

Ipotesi remota, dite?
Eppure è lì che i pirati Saraceni avevano allestito l’avamposto dal quale partire per le scorrerie che interessarono pure Civitavecchia…


3 commenti:

Claire P. ha detto...

Ehi carissimo Fabrizio! Sono in pieni esami.. quindi poco poco tempo per leggere gli ultimi post!! Ma tra poco "je rattraperai le temps perdu"!
Senti, ho finito il libro "les liaisons culinaires", e devo dire che mi sono divertita tanto, e mi ha dato mille idee culinarie greche...
In quanto al libro stesso, direi che la scrittura era molto piacevole in francese, sarà l'ottima traduzione o sarà il lirismo folle dello scrittore, non lo so, mi sono sentita leggera leggera sull'autobus! :)
Mi è piacciuta tanto, l'ironia omnipresente e la bella rappresentazione delle posizioni dei due furboni, e soprattutto del genio femminile.. :)
Se avrei da criticare direi che la fine era assai prevedibile, ma di quelle previsioni che ti fan bene laddove le cerchi, spesso invano!
:)
Buona serata e raccontami le TUE impressioni!!

Fabrizio Gabrielli ha detto...

claire, buono studio per gli esami, allora...
è vero, il libro di Staikos è pieno di belle evocazioni di cucina Egea...ed anche stilisticamente è assai apprezzabile (d'altronde Staikos è uno dei più acclamati drammaturghi dell'Elide).
Prossimamente le mie impressioni...
l'ho appena appena finito (5.49, ora locale)

cià, F

JAJO ha detto...

Ciao ragazzi, so che in questo periodo avete molto da fare (provo ad esserci alla presentazione del libro :-D), ma vorrei scoprire anche i vostri gusti musicali: se volete accettare un meme "musichevole".....
Ciaooo, Jacopo