sabato, novembre 18, 2006

The Dark Side of Agenore's Story





...Figuriamoci se una semplice fetta di torta era quanto bastava a placare l'intrattabilità di Agenore!
Ben altro ci voleva, altro che il Dolce del Mattino...

Il fatto è che Agenore, ora, non suscitava più nessuna timorosa ammirazione.
Era come sono tanti bimbi a quell'età. Piagnucoloni, capricciosi. Attaccati alla mamma come se ancora non avessero tagliato il cordone ombelicale.

La mamma di Agenore era disperata.

Passava le mattinate ad acquistare ingredienti anziché temporeggiare davanti ad una tazza di caffé edulcorata dai maliziosi pettegolezzi delle amiche.
I pomeriggi a mescolare farina e uova senza trovar un attimo per sollazzarsi con le colorite diatribe di Uomini e Donne.
Ed anche la sera era diventato difficile andare fuori per ristoranti, o anche solo...insomma, fare quelle cose che fanno i papà e le mamme che si vogliono bene.

Agenore irrompeva nella camera da letto buia, correva ad infilarsi sotto le lenzuola e cominciava a supplicare la mamma "è vero che domani mi fai trovare ancora una volta il dolce? E' vero? Dai! Su, su! Dimmelo..".

La sua petulanza era inammissibile.

Fu così che sua madre si rinchiuse per un pomeriggio intero nella biblioteca della megera del Paese. Si vociferava che la strega tenesse negli scaffali bui Necronomicon rilegati in pelle umana, tomi di magia nera, unguenti putridi e dagli aromi pestilenziali...

Un giorno, con la complicità del cacciatore, allontanò Agenore. "Vai con il signore", gli aveva detto, "che ti fa vedere come si estrae il cuore da un cerbiatto!".
Poi si era guardata allo specchio, era esplosa in una risata agghiacciante ed aveva indossato il grembiule nero, quello con le ragnatele disegnate.

Aveva pelato le carote prese a prestito dal Bianconiglio, che le coltivava in un appezzamento del giardino reale della Regina di Cuori rubando spazio ai semi di carte da Poker... Terroir maledetto, quello, intriso di sangue di innocenti fenicotteri sgozzati per i tiri sbagliati... Le aveva poi mixata con le mandorle del mandorlo al quale il Gatto e la Volpe avevano impiccato Pinocchio; aveva aggiunto le uova della gallina dalle uova d'oro, per l'occasione nutrita a piombo, una scorza di limone avvizzito dalle polvere sottili della centrale a carbone che si ergeva sullo sfondo della città e in ultimo, ma non per importanza, due fiori di camomilla, insuperabile rimedio per la distensione dei nervi.
Coadiuvante al sonno d'altri tempi.

Neanche Agenore avrebbe saputo resistere.
In più, giusto per essere sicura, a cottura terminata imbavagliò i dolcetti in una tela filata con l'arcolaio maledetto di Aurora.

Agenore, quella sera, ricevette l'inatteso dolce regalo.
Cadde in un sonno profondo già al primo morso.
La madre lo rinchiuse in una teca di cristallo, in attesa di qualche teenager con i codini e l'apparecchio ai denti che un dì sarebbe giunta per risvegliarlo.

Poi prese suo marito per mano, lo condusse alla discoteca.

Quella sera, la Guest Star sarebbe stata Costantino.

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