mercoledì, maggio 07, 2008

Quella Madeleine che sa di porchetta...

L’inaugurazione semi-contestuale di tre-dico-tre kebabbari nuovi di zecca nella casbah civitasvetulina m’ha destato riflessioni profonde. Ed anche la loro dinamica d’apertura – fino a tardissima notte.
Sembra che per i mitici porchettari ambulanti di Ariccia - o sedicenti tali - e per i cocomerari siano in vista tempi cupi.
Non che sia contrario al globgnamgnam (variazione dell’ormai vetusto globlabla), per carità.
Solo che lo snaturamento di abitudini consolidate mi destabilizza.
Soprattutto quando ti fa cadere in terra, con fragore di cristtallico tintinnio, quei connubi che definiresti sacri.

Leggevo qualche giorno fa della nuova tendenza, dilagante in Spagna ed Inghilterra, di ristoranti gourmet all'interno degli stadi (ne parlavo anche su Peperosso). In Spagna, ad esempio, all'interno del glorioso Santiago Bernabéu c'è un ristorante, il Puerta 57. Alla "barra" più di trecentocinquanta persone possono trovare spazio per una tapa, o un pincho. E poi, sempre all'interno del tempio madrileno, c'è il Realcafé, ultramoderno e minimalista, con tanto di wi-fie vetrate di puro cristallo a strapiombo sul rettangolo di gioco.

Forse, chissà, quando Soros si deciderà ad acquistare la benamata aesseroma, anche il nuovo stadio potrebbe ospitare un inedito sancta sanctorum gastrofighetto…

Di par mio, son troppo legato all’Olimpico e agli zozzoni ambulanti che ne tempestano il circondario.
Le tapas al bancone, sbocconcellate davanti alla vetrina come se fossi davanti alla tivvù, risucchiano in un vortice d’annientamento i panini con la mortadella, le noccioline, i caffè borghetti, i bibbitari.
E con loro i ricordi dei mal di pancia provocati un po' dalla tensione, un po' dalle mire assolutiste di mia nonna.

Riusciranno i ristoranti a contribuire all'incivilimento di quel barbaro mondo calcistico - che muove i passi seguendo il trend britannico e di cui tanto si parla?
Sarà.
Io, nel frattempo, mi sento un po’ come il giorno in cui le bustine delle figurine dei calciatori hanno cambiato formato, hanno deciso di non appiccicarsi più su un album, di avere financo un b-side tutto costellato di statistiche ed aneddoti.

Ecco, era un po’ che volevo snocciolare questa mia personalissima madeleine (o ratatouille, per chi preferisce il cartoon alla letteratura francese) gastrocalcistica.

E non me ne voglia il buon Marcel se, anziché essere imbevuta di tè, sa di porchetta, rosetta del giorno prima, sciarpe giallorosse e caffé Borghetti.


[e al paninazzo della nonna penserò, non senza nostalgia, domenica quando, invece di essere allo stadio per sperare ancora nella forza dei sogni sarò a Torino. Sabato presenterò "L'inafferrabile Weltanschauung del pesce rosso" alla Fiera del Libro. Per chi vive nella città del gianduiotto, se non ha meglio da fare, una buona occasione per incontrare il Monolocale - chiaramente sarò con tanto di co-inquilina al seguito. I romani non mi tolgano il saluto (romano, ça va sans dire, ché ultimamente va di moda), il 24 sarò anche a Roma. Ed il giorno prima a Civitavecchia. Ma ne parleremo più in là]


Aggiornamento dell'ultima ora: leggo sul blog di Cuocapercaso che anche lei ha pubblicato un libro, anche lei edita da Prospettiva Editrice.
Che si sta rivelando, ultimamente, l'official publisher dei foodblogger. Uiu.

2 commenti:

Cuocapercaso ha detto...

Ci si vede in fiera, allora!
ciao a te e Chiara!!

Grazia

stefano ha detto...

Ma hai scritto un libro??? e lo dici cosi???? beh complimenti allora laprox volta che ci incontriamo mi faccio fare la dedica... :)
complimenti ancora a presto