venerdì, luglio 06, 2007

Il "Canto del gusto" di Gary Snyder

I libri, si sa ed è immagine ben inflazionata, sono cibo per l'anima, soul food.
Tant'è che si dice "Divorare un libro". Il poster promozionale qua sopra m'è parso assai esplicativo nella sua didascalicità.

Come i cibi, certi libri ti piacciono oppure no. Quelli che non rientrano nei tuoi gusti li lasci accantonati dopo averne assaggiato un boccone. Magari, anni dopo, scopri che invece quel retrogusto un po' così, tutto sommato, non è neanche male.

Certi libri, come i cibi, ti rimangono indigesti. Che c'entra, li mangi. Ti entusiasmano pure. Ma poi, il mattino seguente, ti risvegli col mal di pancia.

Mi sta succedendo proprio questo con l'opera di questi signori. Se l'obiettivo era quello di spingere il lettore al rimorso ed ai sensi di colpa per la sua voracità carnivora, non dico che ci sono riusciti ma quasi.

Poi, là dentro, trovo questa poesia di Gary Snyder.
Illuminante.
La riporto integralmente, a me ha fatto riflettere .

"Mangiare è un sacramento, [...] per onorarlo al meglio bisogna rendere grazie. [...] Grazie alla vita che tagliamo per vivere. [...] Senza giungere al disgusto di sé, dell'umanità, della vita stessa. [...]".

Mangiare i germogli viventi di erbe
Mangiare gli ovuli di grandi uccelli
la dolcezza carnosa imbottita
intorno allo sperma di alberi oscillanti
Il muscolo dei fianchi e delle cosce di
vacche dalla voce quieta
l'impeto nel balzo dell'agnello
la sferzata che il manzo ha nella coda
Mangiare radici cresciute rigonfie
dentro il terreno
Nutrirsi della vita di punti viventi
aggrappolati di luce evocata
dallo spazio
nascosti nell'uva.
Mangiarsi l'un l'altro il seme
mangiarsi,
ah, l'un l'altro.
Baciare l'amante nella bocca del pane:
labbro a labbro.

(G. Snyder,
La grana delle cose, 1970)

Mangiandoci l'un l'altro, dopotutto, viviamo un gigantesco atto d'amore.

E leggendo certi libri, davvero, nutriamo pure l'anima.

1 commento:

stelladisale ha detto...

bellissime parole, da ricordare sempre