sabato, novembre 27, 2010
La storia, le storie e gli storioni
venerdì, novembre 06, 2009
domenica, settembre 27, 2009
Sabato 17 Ottobre 2009 - IL DIZIONARIO DEI MIELI NOMADI @ CIVITAVECCHIA
Chi è l'Apicoltore? E perché, alle volte, lo si può definire Nomade? Sapete in che consiste la Bottinatura? E v'è mai balenata l'idea che esiste una branca di studi chiamata Melissopalinologia?
Come si assaggia, un miele? E che c'entra Zorro?
Risposte a questo e ad altri quesiti potrete averle il prossimo SABATO 17 OTTOBRE 2009, quando dalle ore 18.00 presso il Panama Café (Via Mediana Nuova, all'interno dell'Area di Servizio Erg, a Civitavecchia) si terrà - nell'ambito della rassegna enogastroletteraria "Food&Book" - la presentazione del DIZIONARIO DEI MIELI NOMADI (Corraini Editore) alla presenza di uno degli autori e Maître à penser della mielificazione italiana, Andrea Paternoster.
A seguito della conversazione, che oscillerà tra aneddoti, consigli tecnici di degustazione e suggestioni poetico-letterarie legate al mondo racchiuso tra una A(pe) e una Zeta, si passerà all'applicazione pratica assaggiando 9-dico-9 tipologie di miele di THUN e sorseggiando una ERIKA del birrificio artigianale LE BALADIN, accompagnati da alcuni finger food del Panama Café.
Per i soci Slow Food il costo d'ingresso sarà di 15 euro.
Per i non-soci-quantomeno-non-ancora, 20 euro.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA ENTRO E NON OLTRE MERCOLEDI' 14 OTTOBRE.
Come prenotare:
- CHIAMANDO O INVIANDO UN SMS AL 3339271610 (FABRIZIO)
- CHIAMANDO LO 0766 503012 (PANAMA CAFE')
martedì, settembre 22, 2009
Nell'impossibilità di
C’è chi sostiene che blogging is a serious thing. Apri un blog e t’impegni ad aggiornarlo. Curi un foodblog e non esiste che t’avventi sulla pietanza appena preparata, se non l’hai prima fotografata.
Non regge che durante un viaggio non cogli la sfumatura da food-addicted.
E poi c’è chi sostiene che blogging is a hobby, ed allora un post lo fai solo quando ne hai davvero voglia, e se talvolta di voglia ne hai mica, op-là, niente post.
Sposare la filosofia del primo filone con il mood del secondo non è mica cosa facile.
Quando, ad estate inoltrata ma prima che fosse agosto c’eravamo trovati a decidere le sorti del Monolocale, io e Chiara, c’eravam fatti una promessa solenne.
A settembre, quando magari (ma anche magari no) il lavoro sarebbe calato un po’ al Panama Café, lei sarebbe tornata a postare qualche ricetta.
A settembre, quando magari (ma anche magari no) notti bianche letterarie e presentazioni di Prospektiva fossero rimaste alle spalle e le bozze del romanzo – che dovrebbe uscire, anzi uscirà a dicembre e si intitolerà Katacrash – le avessi consegnate, sarei tornato a dipingere qualche suggestione brassigastronomica.
Che poi in certi casi vince il magari no.
Ed allora, tra l’organizzazione di hiphoppici-et-panamensi happenings e tour disquisitori e parole già versate e da versare ché tutto è così dannatamente Gnu, il tempo materiale non c’è mica.
E quand’anche ci fosse, non te la fai una scappata a Buonconvento? Non te li concedi due giorni in Sabina? Non te ne vai al cinema? Non te lo leggi un libro?
Quindi, nella nostra beneamata alcova ci stiamo sempre poco, molto poco, troppo poco.
Ed in più, c’è nell’aria una sediziosa tendenza all’irregolarità.
Per cui, il Monolocale – pur non chiudendo, badate bene – sarà un tantinello meno frequentato.
Non foss’altro per l’impossibilità di.
Voi la vostra citofonata datela sempre.
Magari qualche sorpresina, tra i ritagli di tempo, la trovate pure.
Cheers.
[Non c'è foto in questa pagina che non sia opera dell'occhio vigile - e con una mania particolare per il dettaglio - di Maximiliano Chimuris. Per una panoramica più ampia di certi hiphoppiche et panamensi delicatessen si vada senza esitazione alcuna qua; per gl'exploit nottambuli del qui vostro, invece, qua. Chiaramente, astenersi non affacebookkati].
giovedì, settembre 03, 2009
Dell'andare, del tornare, e del vivere in delay
Che poi certe volte capita, capita ed è ogni volta meravigliosamente inquietante, d’uscir di casa senza dare quattro mandate al chiavistello col dire “dieci minuti e son di ritorno”, e invece magari ti viene da tirare indietro lo schienale, due minuti ed esser via di là, come canta Jovanotti, e fuggire.
Tornare di corsa a casa per buttar due cose in valigia, che si fa, allora, si parte?, e certo che si scappa. Tre-giorni-tre a Senigallia, a provar tutto ciò che non hai provato ed anche a bissare cert’esperienze che son manna per le sinapsi e per le papille gustative. Magari torni, poi, e butti un occhio al Monolocale e dici certo che lasciar tutto in sospeso così, con quelle melanzane fondenti e quei pachino infornati, via, scappati, senza dir nulla, e ti riprometti di giustificarti, in primis con te stesso. Ma fa così caldo, il mare è così invitante, ed il lavoro così asfissiante e copioso, che allora in quei ritagli di tempo di smanettare su blogspot ti va mica, e vai a tuffarti. Oppure t'incastri su un traghetto, li vogliamo passare un paio di giorni in Sardegna, e certo che li vogliamo passare.
Che poi, certe volte, ti senti in colpa, ed allora pensi che sarebbe forse il caso di…, dovremmo certamente..., ma il cervello macina quei pensieri che sei in traghetto, e poi nuovamente sulla terraferma ci sono le parole dei libri che t’ingabbiano, le foto che ti risucchiano, il semplice passeggiare sui chicchi d’anguria che son meravigliose occupazioni e ci pensi mica, a scrivere qualcosa sul blog. Ti pare.
Però scatti foto, e foto ancora, assaggi ed annoti, pigli appunti e cerchi di ricordare, con il mood di chi pensa che sarà altrettantemente appassionante giocare a scavare nella memoria per trovare quel sapore, quella nuanza, quel riflesso, quel brillìo che quando esisteva tu c’eri, e sarà più bello raccontartelo perché non è deflorato dall’imperativo dellì’immediatezza.
Così abbiam passato un agosto intero a raccogliere frammenti da ricucire in un patchwork settembrino, con la consapevolezza che, di qui in poi, vivremo in delay, sfalzati d’un mese. Mentre l’uva si farà ed il fico comincerà a pendere cercheremo di ricordarci della salsedine che t’incrosta i capelli da Battino a Porto Pozzo, e poi ancora birre stappate e sorseggiate, con calma, senza l’obbligo morale di scapicollarsi a spiattellarle, tutte, d’amblé, le emozioni.
Che poi, certe volte, è figo vivere in delay.
Si rispolverino le stanze del Monolocale, mesdames et messieurs.
E perdonateci il citofono scolorito. Nel frattempo, noialtri s’era a far di queste colazioni…