lunedì, maggio 25, 2009

Marta, Martino, la Cannaiola ed i Castelli

Poco prima che l'Angelo della Temperanza, intonando "Beati gli illuminati da Dio che non si fanno eccitare dalla gola e hanno fame di quanto è giusto", li trascinasse fuori dalla Sesta Cornice del Purgatorio, Dante ed il suo vate Virgilio s'erano imbattuti in Martino IV.

« ...ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l'anguille di Bolsena e la Vernaccia »

cantava di questo Papa francese il Sommo.

Simon de Brion, che tale era stato fino a quando nel conclave di Viterbo del 1281 non era stato all'unanimità papizzato, era un bon viveur.
Durante i suoi (pochi, per la verità) soggiorni a Montefiascone, diede dimostrazione di apprezzare particolarmente il pescato di lago, anguille e coregoni capintesta, nonché le vernacce prodotte dai contadini della zona.

Un elogio di Martino IV, questo è certo, sarebbe riuscito a strapparlo anche Tonino Castelli, che con suo fratello Silvano - dopo un meticoloso e certosino lavoro di recupero della memoria storica - è riuscito a rispolverare il lustro di quella vernaccia prodotta con il Cannaiolo Nero, la Cannaiola, nell'ultimo ventennio destinata ad imperitura memoria come vino edulcorato e contraffatto ad arte per imbambolare imberbi frequentatori di nazionalpopolari adunate di massa sagresche.

Il Martino IV prodotto dall'Az. Agricola San Savino è un un Colli Etruschi Viterbesi D.O.C. dalla facile beva, che può essere sorseggiato anche fresco, giura Tonino, e tutt'altro che banalmente abbinato non solo alla pasticceria secca, come tradizione (sofisticata, anch'essa) vorrebbe.

Noialtri del civitasvetulino chioccioloso convivio proviamo a sfatare il mito della finta Cannaiola incontrando il vignaiolo Castelli venerdì 29 alle 18.00 (fuso Slow, quindi 18.30...) al Panama Café, per farci una chiacchierata e degustare la Cannaiola di Marta con qualche finger food griffato Chiara.

Per maggiori info, qua sotto c'è la locandina in geipeg. Oppure provate a cliccare qua.



3 commenti:

jane fonda ha detto...

bell'iniziativa ma perchè farla a civitavecchia? credo sarebbe stato meglio farla a marta, paese che conosco assai bene visto che da diversi anni passo le mie estati a capodimonte, 2 km di distanza...
comunque bella, sempre quando si valorizza il territorio e le sue peculiarità...

Fabrizio Gabrielli ha detto...

cara Jane, la mission di slowfood è quella di valorizzare un territorio facendolo, in primis, conoscere.
Noi siamo a Civitavecchia, e la Cannaiola la conosciamo tramite i (pessimi) epigoni qua giunti.
Far rivivere un pezzo di Marta sulla costa non può che aiutare, non credi?
[e poi mi sembra d'aver capito che anche a Capodimonte, dove "regna" un convivio slow molto attivo e professional, non sono mancate occasioni...]

Fabrizio Gabrielli ha detto...

e poi scusa, ci ripenso come i cornuti...
ma le degustazioni di Barolo si fanno solo nelle Langhe?
Credi debba essere così?
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