venerdì, novembre 02, 2007

21 grammi di Fave da Morto

Che il peso dell’anima fosse di 21 grammi l’ho appreso dall’omonimo film. Ed io che la credevo più pesante, quell’eterea volatile essenza, ci sono rimasto un po’ male. Mi hanno abituato da sempre a nutrirla, l’anima. Per questo pensavo potesse “ingrassare”.

La sera di Ognissanti, quand’ero bimbo, mia madre accendeva due lumicini di quelli da cimitero. Uno rosso, alto, uno bianco, piccolino. Quelle luci sarebbero servite a guidare i 21 grammi di mio nonno ed i 21 grammi (o poco meno) del fratellino verso casa. Sarebbero arrivati stanchi ed affamati, per questo “dai, lasciamogli un po’ d’acqua e dei biscotti”, suggerii un giorno. Poi vergavamo grandi lettere con ringraziamenti per la protezione che ci davano – io, quella preghierina che recita “Angelo di Dio che sei il mio custode…”, prima che il rapporto con la divinità si facesse un po’ più complesso l’ho sempre sentita molto mia – e promesse d’essere più buoni. Dopodichè ce ne andavamo a dormire felici, e l’indomani si rinnovava il mistero della fede (o credulità?) ad uso e consumo di noi piccoli di casa.
Trovavamo la lettera aperta e stropicciata, come se qualcuno l’avesse letta e riletta. I biscotti non c’erano più, rimaneva solo qualche briciola sparsa qua e là. Il bicchiere d’acqua, semi svuotato. Ed un’epistole di risposta, “continuate a fare i bravi, non fate arrabbiare mamma e papà…” e cose del genere. “Visto, nonno e il fratellino vi sono venuti a trovare!”, ci diceva mia madre. E sul tavolo giacevano due sacchetti, personalizzati. Dentro c’era della Frutta di Martorana e, soprattutto, Fave da morto.
Molte culture annoverano tra i loro rituali l’offerta di cibo ai cari defunti.
Noi, invece, ne ricevevamo in dono un dolce semplice, fatto con sola farina, zucchero, mandorle dolci, burro, uova.
Anche se agli occhi di quel bambino, chissà perché, appariva come la più speciale delle pietanze.


In apertura: offerta di cibo ai defunti su un altare a Mitla, nella regione messicana di Oaxaca, nel Dìa de Muertos

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao, sono Francesco. E'un po' che ti seguo nei vari blog.
Complimenti!
Ottima la scelta di una foto messicana per ricordare questo giorno. L'ho vista al primo sguardo che era "Hecho en México".
Hasta pronto.